di Marco Freccero. Pubblicato il 14 aprile 2020
Siamo davvero certi che “di questi tempi” chi per esempio racconta storie debba produrre qualcosa che infonda speranza?
Domanda abbastanza inutile, certo; perché io ho un seguito molto risicato e quindi il mio parere vale quanto un due di picche. Però vale la pena riflettere su questa “chiamata alle armi” un po’ generale. Perché se tutti adesso usano un certo tipo di terminologia guerresca (tipico modo di esprimersi di chi non sa di che cosa parla, quindi per far vedere che combina qualcosa deve ricorrere a immagini quali “assedio”; “battaglia”; “guerra”. Perché affermare che il contenimento del virus procede, pare poca cosa), quasi tutti paiono impegnati assai a fornire “oro alla Patria”. Oro molto metaforico, certo.
Sia chiaro: ciascuno faccia quello che vuole. Tuttavia…
Il mio carruggio. La vostra prossima cattiveria
Non faccio niente per infondere speranza.
Continuo serenamente a fare poco o nulla, sulle reti sociali: non canto (sono stonato), né faccio letture delle mie opere. Certo, perdo occasioni per farmi conoscere dal grande pubblico, ma ho altro per la testa. E ho sufficiente esperienza per sapere che il “grande pubblico” appena ti conosce, ti molla. Perché si affezioni davvero a te, devi essere trasgressivo (ma in un certo modo), abbracciare le giuste cause (non tutte lo sono, e poi “abbracciare”: di questi tempi?), e altre cosette. Altrimenti è preferibile proseguire il proprio cammino, conquistando un lettore alla volta, senza fretta.
Come continuo a fare io.
Infatti, il mio #progettoIOTA procede. A dicembre uscirà il primo libro; il secondo se tutto andrà per il meglio uscirà nel 2021, sempre di dicembre. Proprio in questi giorni ho iniziato a scrivere la seconda parte. Siccome la storia è ambientata negli anni Ottanta, nulla di quanto accade attorno mi smuove dal modificare di una virgola la storia. Però una cosa la devo dire; anzi scrivere.
State tutti venendo nel mio carruggio. Ma l’aspetto triste di tutto questo è che non appena le cose miglioreranno, buona parte di voi saranno peggiori di adesso. E si capisce: avrete perso il lavoro.
La prendo un po’ alla lontana
Il sottoscritto negli anni Ottanta aveva circa vent’anni. E già leggeva, e non solo romanzi o racconti (questi ultimi assai pochi in realtà; li reputavo roba di terza categoria). Ma riviste e libri che spiegavano un po’ come andavano le cose (male), e come sarebbero andate (peggio). Naturalmente si trattava di letture per pochi iniziati, tanto che chi le faceva poteva tranquillamente considerarsi una specie di carbonaro.
Allora parlare di riconoscere la giusta paga a chi lavorava nella piantagioni di banane o caffè; evitare di ricorrere a pesticidi nocivi alla salute di chi colà lavorava; smettere di essere predatori nei confronti dell’ambiente, era visto come una posa originale di persone decisamente strambe. Insomma: io, e non solo io, sapevamo che alla lunga saremmo finiti in una situazione pericolosa.
Qualcuno potrebbe obiettare: Bravo, lo abbiamo capito adesso.
No, non lo credo. Perché come ho scritto prima: molti di voi perderanno il lavoro. Non avranno soldi. Un sacco di persone proporranno soluzioni semplici a problemi complessi; e darete loro ragione, e poi pure il voto. Ecco perché dovete smettere di leggere romanzi e racconti. E dovete farlo adesso.
Ora.
Smetti di leggere romanzi
Sì, esatto. Lascia perdere i romanzi; oppure affianca a essi qualcosa di davvero essenziale. Dei libri che ti spieghino che cosa è davvero l’economia. Vedere gente che non distingue utile dal fatturato; che parla di “disavanzo” senza sapere di che cosa si tratti. Che afferma che sui prestiti non si pagano gli interessi (bravo, prova a farlo. E vedrai che cosa ti succede), vuol dire solo prepararsi a un disastro ulteriore.
Studia un po’ di economia
Ecco alcuni libri di economia che dovresti leggere. Puoi anche affiancarli alle tue letture preferite; oppure metterle da parte per un po’, in modo da non andare a rimorchio dei soliti tipi che tra qualche mese diranno che basta non pagare gli interessi sul debito. O che lo spread è un’invenzione dei tedeschi cattivi (ça va sans dire).
Non metto i link ai libri. Basta cercarli su Amazon o dove preferisci.
Le persone non servono di Jerry Kaplan – LUISS Editore.
Dopo, l’impatto della tecnologia sul mondo del lavoro sarà ancora più grande; meglio devastante. Robotica, intelligenza artificiale. Migliaia di posti di lavoro in fumo, e spesso sostituiti da macchine o programmi. Di sicuro alcuni intelligentoni proporranno una “moratoria”: per 5 anni non facciamo più innovazione, così diamo alla gente il tempo di adattarsi. Se leggi questo libro probabilmente potrai serenamente ridere loro in faccia.
Il valore dei soldi di Ugo Biggeri – San Paolo Editore.
Il presidente di Banca Etica (credo che adesso non lo sia più), spiega in questo libro che cosa sia una banca, come funziona ma soprattutto illustra che una banca più attenta ai valori delle persone (invece che a quelli della speculazione), sia possibile. Ma un’etica bancaria per essere efficace deve essere una scelta quotidiana, non da farsi a Natale o in occasione di crisi o catastrofi.
Capire l’economia per dummies di Roberto Fini – Hoepli Editore.
Questo libro probabilmente permette di capire davvero il funzionamento dell’economia. Essendo della collana “Per dummies”, non c’è di che preoccuparsi. È stato scritto proprio per permettere a dei neofiti assoluti di capire finalmente il mondo dell’economia, a partire dai concetti che si sentono più di sovente (sicuri di sapere che cos’è l’inflazione?). Probabilmente è questo il libro da cui iniziare.
Finalmente ho capito l’economia di Maurizio De Pra – Vallardi Editore.
Altro libro dedicato a chi di economia non sa nulla e vuole capirci qualcosa. Più smilzo rispetto al precedente (che viaggia sulle 400 pagine), permette in poco tempo di padroneggiare le basi dell’economia e di conoscere il senso di parole e definizioni. In modo da non farsi turlupinare dai soliti chiacchieroni e venditori di fumo. Se sei a caccia di un libro agile, questo probabilmente fa per te.
Delusi? Me lo auguro.
L’economia è quella roba che bene o male ti riempie il piatto. Non occuparsene è da pazzi. Lasciarla a 4 chiacchieroni analfabeti che sbraitano, è suicida.
Sia chiaro: so bene che la maggior parte delle persone non leggerà niente di quello che ho proposto. Perché è faticoso; perché è scomodo ragionare con la propria testa. Ti impedisce di far parte del clan, dove si sta tutti assieme e si ride sguaiatamente.
Pazienza.
Ottima riflessione e ottimo suggerimento. Speriamo ti ascoltino
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Non ascolterà nessuno…
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Chissà, magari davvero ne leggo uno. Economia, medicina, finanza, leggi sono temi che proprio non ho mai digerito.
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Non mi fanno impazzire, ma credo che sia indispensabile capirci qualcosa.
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Aggiungerei anche di leggere guide su come crearsi un lavoro a distanza.
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Anche, sì! 😀
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leggere testi di economia? Va benissimo, almeno capisci quelle sigle astruse che fanno venir il mal di testa.
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Esatto. E non solo le sigle, ma anche tutto il resto che spesso è puro aramaico. 🙂
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concordo
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Io ho studiato economia, purtroppo ho visto disattese molte regole economiche dai nostri governanti (non parlo degli ultimi ma degli ultimi vent’anni)…
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Credo che abbiano disatteso qualunque cosa!
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Io proverò ad ascoltarti! Perché ritengo che l’economia è una materia che non si può ignorare completamente ai nostri giorni. Quindi grazie delle letture consigliate.
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Di nulla. E buona lettura.
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a proposito di economia
L’attenzione non è disponibile in misura proporzionale all’attuale flusso informatico
poiché non è un bene rinnovabile o illimitato.
La capacità attentiva deve quindi operare selezioni sul flusso informatico virtuale
I sensi infatti si rapportano differentemente alla realtà, alcuni sono più recettivi di altri
nel contesto della specie, poiché essi agiscono per non far disperdere l’attenzione.
Antropologicamente parlando la dispersione di attenzione compromette le capacità
cognitive e con esse la possibilità di recepire informazioni fondamentali per la
sopravvivenza.
L’attenzione non può recepire tutte le informazioni virtuali ma solo una parte di esse, ed
allora si avvale di una selezione predefinita dall’alto (dall’autorità).
Quando le informazioni provengono dalla realtà, non sono quindi virtualizzate, la selezione avviene secondo meccanismi biologici pressoché spontanei.
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Non trovo pubblicato il mio commento: problemi tecnici o problemi di contenuto?
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Problemi tecnici!
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Bene . Ho letto il il suo omaggio in poche ore e pur non condividendo gran parte delle analisi devo dire che mi ha fatto tanta simpatia. E’ una lettura assolutamente stimolante e mi ha lasciato un margine di curiosità rispetto ai contenuti della sua narrativa. Come spunto di riflessione le ho lasciato nel commento alcune note su un vecchio saggio di Herbert Simon. Credo che la sua strategia d’azione, in rapporto a quelle idee palesi qualche carenza, ma per il resto devo ribadire di aver trovato il suo lavoro assai gradevole.
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Grazie!
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“L’economia è quella roba che bene o male ti riempie il piatto. Non occuparsene è da pazzi. Lasciarla a 4 chiacchieroni analfabeti che sbraitano, è suicida.”
Vangelo!
Se poi non hanno voglia di leggere e sono ancora tutti appiccicati al televisore, ci sono anche dei docu-film veramente interessanti, che illustrano quanto schifo fa certa economia male condotta.
Inside Job (2010) che spiega il fallimento di Lehman Brothers del 2008.
Capitalism: A Love Story (2009) di Michael Moore, sempre sulla crisi bancaria del 2008 (in generale tutti i suoi docu-film sono altamente istruttivi).
La grande scommessa (2015) con Brad Pitt, sempre sulla crisi finanziaria, questa volta più romanzato, ma ben spiegato per i non addetti ai lavori.
Già solo questi tre, seppure datati, rendono bene l’idea e aumentano l’acidità… Tenere il Maalox a portata durante la visione.
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Sì, forse dovevo consigliare i film, non i libri 😃
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