Un altro romanzo del poderoso Balzac: scopri quale!


 

 

di Marco Freccero. Pubblicato su YouTube il 10 settembre 2020. Ripubblicato su questo blog nel medesimo giorno.

 

 

 

Il gigante Balzac e un suo romanzo come al solito grandioso. Questa volta si tratta de “Illusioni perdute”.
Buona lettura e buona visione!

 

 

Un altro romanzo del grande Balzac. Solo che “Illusioni Perdute” non è un romanzo. Perché ne contiene ben tre.

Ho acquistato l’edizione digitale della Garzanti con la traduzione di Argia Micchettoni e l’introduzione di Lanfranco Binni.

Ho detto: tre romanzi in uno. Proprio così. Il primo volume è “I due poeti”; poi abbiamo “Un grand’uomo di provincia a Parigi”; e infine “Le sofferenze di un inventore”.

I protagonisti sono due giovani di belle speranze,: Davide e Luciano. Il primo è il figlio di un stampatore analfabeta furbo come la volpe e avaro come pochi. Dopo aver spedito il figlio a Parigi a studiare tipografia, quando torna gli rifila appunto la tipografia, vendendogliela a un przzo fuori mercato. Il giovane se ne rende conto, ma accetta quella specie di cappio al collo. È suo padre, non può fare altrimenti.

Luciano è, come Davide, un giovane che ama l’arte, è un poeta. Entrambi però vivono nella provincia francese, mentre il futuro, come si sa, è altrove. In quella Parigi che di certo darebbe a entrambi il successo dovuto. Sarà però solo Luciano a partire per la capitale e la gloria, dopo essere diventato l’amante di una nobildonna della cittadina dove vive. Nobildonna regolarmente sposata, ma non è il caso di andare per il sottile.

Quando i due amanti arrivano infine a Parigi, l’impatto è devastante per entrambi. La donna, che al paesello pareva una gran dama, mentre a Parigi quasi fa ridere. Luciano, mai uscito dalla provincia, si scontra con una realtà brutale e senza regole, tranne quella suprema: il denaro.

Il sodalizio tra i due si rompe e il giovane precipita nella miseria. Incontra un cenacolo di poeti squattrinati come lui, ma ben presto le sirene di Parigi lo ammaliano. Diventerà giornalista, il sistema più veloce per arrivare al successo, cioè al denaro.

E gli riesce anche con facilità.
Una giovane attrice si invaghisce di lui, e gli paga vestiti, cibo, tutto insomma. Poi inizia a guadagnare pure lui, diventa uno dei giornalisti più pagati di Parigi. Peccato che il suo desiderio di scrivere e pubblicare poesie e romanzi, svanisce. Ma tra articoli, cene, amore, altre cene e conoscenze, amore, ancora cene e amore: ci si infiacchisce.

Tranquilli: la rovina è sempre puntuale e Luciano tornerà al paesello solo e senza un soldo. Dove le cose all’amico fraterno Davide, vanno anche peggio. È ricercato dalle autorità per debiti, e si deve nascondere.

D’accordo: ma che romanzo è?
Sul denaro?
Sul giornalismo di cui Balzac dipinge con toni vividi e spietati l’assenza di moralità?
Su Parigi ammazza illusioni?

Direi che si tratta di un’opera sul denaro. Non solo perché Balzac per tutta la vita visse malamente, perseguitato dai creditori. Ma perché con questo formidabile romanzo lo scrittore francese mette in mostra, con la sua lussureggiante prosa, che cosa accade alla Francia.

È il denaro che asfalta e scardina tutto. Conta solo lui e nient’altro, e per lui si fa tutto. È il nuovo dio al quale ogni uomo e donna devono inchinarsi, ben sapendo che comunque diventarne schiavi non salverà dalla rovina. E la rovina arriverà, è inevitabile.

Le illusioni perdute del titolo sono le idee o gli ideali che non tengono conto di questo re e protagonista della vita di ciascuno, la cui tirannia spietata raggiunge tutti. Anche se si vive in provincia, prima o poi questo tiranno arriva, stana e distrugge.

Gli onesti e i buoni se sopravvivono, ci riescono solo grazie all’avarizia o alla mancanza di scupoli di qualcuno. Le proprie qualità, i talenti che si possono avere, non servono in questo mondo che non conosce la pietà perché forse è l’unica cosa che non si compra e non si vende.

E alla fine del romanzo Luciano decide di gettare via davvero tutto, e di tornare a Parigi, per riconquistarla. E stavolta, dovrà davvero vendere l’anima al diavolo.

Alla prossima e: Non per la gloria, ma per il pane!

17 commenti

  1. Bella recensione. Mi accorgo di non aver letto nulla di Balzac quindi non sono in grado di interloquire con te sulla tua visione del romanzo. Sembra tuttavia anche una storia sulle disillusioni e su come una passione possa essere messa fuori gioco dalla dura legge del… Pane. Buona giornata

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  2. Ho letto alcuni romanzi di Balzac, ma non questo, che mi attira molto. Mi hai fatto venire voglia di aggiungerlo alla lista delle mie letture! Poi è un periodo in cui ho voglia di leggere o rileggere i grandi autori dell’Ottocento. 🙂 Nella descrizione dell’avidità di denaro, mi hai fatto venire in mente la descrizione delle banche e dei banchieri in “La cugina Bette”. Il modo di narrare di Balzac comunque è molto complesso, ha una prosa magmatica e non semplice da seguire.

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  3. Segnato. Capita giusto a fagiolo. Da qualche settimana, leggendo i continui riferimenti a Balzac fatti da Proust nella sua opera, mi è venuto un gran desiderio di tornare a leggere qualcosa di suo. Ricordo “Papà Goriot” letto in gioventù, ma solo quello! Volevo approfondire la conoscenza e me ne stai dando l’occasione. Grazie.

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  4. Di Balzac ho letto Eugenia Grandet e Papà Goriot, che sono piaciuti. Anche qui il tema dei soldi, del provinciale che si trasferisce a Parigi, che vuol conquistare è il tema che ossessiona Balzac.
    OOttima recensione. Devo fare altri acquisti di Balzac ma più avanti

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  5. Davvero una bella recensione, questo romanzo sembra incredibilmente attuale tra mondo del giornalismo spietato e negativo e il culto del dio denaro. Non ho letto nulla di Balzac ma, nel caso, potrei cominciare da questo. Nel mio romanzo Fine dell’estate ho inserito una citazione di Balzac sulla provincia che secondo è bellissima.

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  6. Stavo pensando che ho letto qualcosa di Balzac, qualche millennio fa… vado a spostare la polvere sullo scaffale basse della libreria e che ti trovo? Balzac, Le illusioni perdute, Classici BEN (Biblioteca Economica Newton), 4000 lire! 😀 Introduzione di Maria Luisa Spaziani, traduzione di Elena Giolitti.
    E non me ne ricordo una riga che sia una! Pensa quando mi deve aver lasciato sto Balzac, in più di vent’anni!
    C’è da dire che nella mia edizione il tuo Davide è David Séchard e il tuo Luciano è Lucien Chardon. Preferisco abbiano mantenuto i nomi francesi. Credevo di aver letto invece Eugénie Grandet, ma non lo trovo in libreria. Potrei averlo letto alle superiori con prestito da biblioteca. E nemmeno di quello ricordo nulla…
    Forse perché il mio entusiasmo non va d’accordo col suo pessimismo cosmico. 😉

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