Come reagire alle recensioni negative


 

di Marco Freccero.
Pubblicato il 12 ottobre 2020.

 

 

 

 

Già, come reagire alle recensioni negative?

Ne ho ricevuta una di recente, e il fatto mi ha parecchio emozionato. Però so che un sacco di gente (si tratta di autori oppure autrici indipendenti) è preoccupata delle recensioni negative, e non sa bene come reagire. Che cosa fare. Come muoversi.

Niente paura.

Adesso cercherò di dare una risposta.

Come reagire alle recensioni negative?

Il mio romanzo “L’ultimo dei Bezuchov” aveva ricevuto sino a ora 10 recensioni, tutte positive, su Amazon. Poi, il colpo di scena!

Una recensione negativa!

copertina ebook l'ultimo dei bezuchov
Il romanzo stroncato. Pare che l’abbia presa bene

Eccola:

“Di una stupidità sconcertante…

La trama è degna di un ragazzino che durante il catechismo immagina una storiella…

La scrittura poi, tanto pretenziosa e inutilmente portatrice di messaggi metafisici (enunciati malissimo), quanto vuota, sciatta e senza nessuna capacità creativa.

Storiella che davvero non vale nulla, sotto tutti i punti di vista. Provate l’anteprima di questo orrore e vedrete voi stessi.”

Ogni volta che la rileggo mi emoziono. Tra l’altro, essere autore di un “orrore” non ha prezzo.

Adesso però le cose serie: come reagire a una simile recensione (il cliente è anonimo)?

Alcuni consigliano di segnalare ad Amazon: lascia perdere. A meno che non sia palesemente offensiva non muoveranno mai un dito. E poi parliamoci chiaro: questa recensione negativa è una autentica manna.

Perché una recensione negativa è una manna?

Già, perché?

Sino a ora “L’ultimo dei Bezuchov” aveva ottenuto solo recensioni positive. Adesso mettiamoci un poco nei panni di un lettore (meglio una lettrice) che dia un’occhiata a esse. Quale sarebbe il suo pensiero?

Esatto! Che forse sono pilotate!

Possibile che questo Freccero Marco riceva sempre e solo recensioni da quattro, cinque stelle? Ma chi è, un genio? Un genio incompreso che autopubblica invece di essere sotto contratto di qualche casa editrice medio-grande?

Naturalmente questi sono i pensieri che una lettrice, oppure un lettore, potrebbe avere scorrendo le recensioni de “L’ultimo dei Bezuchov”.

Invece una recensione negativa rende tutto molto più… Naturale? 

Non puoi piacere a tutti.

Non devi piacere a tutti.

Però puoi scrivere storie al massimo delle tue possibilità. E poi attendere quello che verrà che potrebbe essere molto buono oppure molto cattivo.

Stroncano anche i classici: perché non dovrebbero stroncare il sottoscritto?

Io se devo essere sincero (sembrerò matto e me ne scuso con gli interessati): ma ho sempre avuto un atteggiamento di cauta disapprovazione nei confronti delle cinque stelle. Anche se il romanzo mi piace (romanzo di un autore che si autopubblica), evito di assegnare un punteggio così alto non per cattiveria o invidia. Ma perché so che un sacco di persone quando vede troppe cinque stelle alza il livello di allarme.

“Qui gatta ci cova!” 

Pensano.

Anche quando le ricevo io, le cinque stelle, mi preoccupo. 

Sbaglio? Sono eccessivo? È probabile. 

Ma io comunque di fronte a questa stroncatura ho fatto di meglio.

Ho ringraziato per la recensione negativa. Non ci credi?

“ Ogni critica è benvenuta. Grazie.”

Ma: non si può fare nulla contro le critiche negative? Contro le recensioni che ti stroncano?

Si possono fare un sacco di cose, sul serio!

Crea una piattaforma di tuoi lettori

Scommetto che in fondo in fondo ti attendevi una simile risposta. Ma a ben vedere è l’unica strategia davvero utile ed efficace da mettere in campo! Ben prima di auto-pubblicare il tuo primo libro è necessario creare una piattaforma di lettori: i tuoi lettori.

Se sei sotto contratto di una casa editrice medio-grande: nessun problema. Nemmeno le guarderai le recensioni. Né ti scervellerai a pensare come scovare il tuo pubblico. Sono argomenti che affrontano di solito gli uffici marketing della casa editrice (se esiste un ufficio marketing. In quelle piccole questo lavoro… È delegato all’autore).

Se invece sei un autore indipendente: è affare tuo. 

Sei tu che devi andare a caccia dei lettori, delle lettrici, e agire in modo che alcuni di essi (non tutti: per alcuni sarai indigesto per sempre) diventino tuoi lettori. Non starò qui a spiegare come fare, in che modo riuscirci. Ciascuno ci deve pensare da sé, non esistono ricette o pozioni magiche.

Al massimo linee guide, come l’onestà, la sincerità. E non parlare sempre di quello che scrivi, dei tuoi libri. Almeno l’80% dei tuoi contenuti deve riguardare “altro”. Un 20% lo puoi dedicare invece alle tue storie: cosa scrivi e perché, che storia è quella che stai preparando, perché e percome… Eccetera eccetera.

Ma che cosa significa creare una piattaforma di lettori se non mettere a punto un ambiente in grado di resistere a qualunque sommovimento possa accadere? Io lo vedo molto come un ecosistema, con le sue leggi (stabilite dall’autore ovviamente), dove i lettori (i tuoi lettori), si troveranno come a casa. E ci devi pensare tu e solo tu. 

Sparisce Facebook, e tutti i tuoi “follower” svaniscono come neve al sole?

Amazon cancella i tuoi libri dal sito?

Può succedere.

Quello che invece puoi fare, ben prima che queste cose possano accadere (e potrebbero accadere eccome, e ricorda che tu hai… Zero potere di contrattazione con questi colossi), è creare una piattaforma di lettori dove tuo possa sempre essere in contatto con loro. In ogni circostanza. Sulle reti sociali siamo solo ospiti, e come tali il padrone di casa ci può buttare fuori quando e se lo vuole, senza alcun preavviso.

Se viceversa hai un blog, e una newsletter (sei iscritto alla mia? Ti regalo due ebook!) tu gestirai sempre un canale di comunicazione dove sei tu a scrivere e a pubblicare quando e come vuoi. 

Sarai sempre e solo tu a parlare, spiegare e illustrare che cosa fai e che cosa succede. 

Richiede tempo ed energie? Ma si capisce.

Essere un autore indipendente non è uno scherzo anche se molti lo considerano tale e sono dispositivi a qualunque cosa pur di conseguire il successo. Nessun medico ti ha ordinato di diventarlo: è una scelta.

Se vuoi ottenere dei risultati devi impegnarti appunto a creare una piattaforma di lettori che sia praticamente inattaccabile, dove tutti i tuoi lettori attendono con piacere ogni tuo nuovo contenuto (soprattutto quelli che prepari con la newsletter) perché sanno che sono confezionati apposta per essi.

Elaborazione in corso…
Fatto! Sei nell'elenco.

22 commenti

  1. Concordo sulle 5 stelle, insospettiscono anche me.
    Quella recensione, comunque, come ha fatto notare uno su Amazon, è piena di inutile livore. E infine l’anonimato: perché?
    Ho lasciato recensioni negative su Amazon e non solo, ma riportano nome e cognome.
    Concordo anche di non segnalare ad Amazon se non in casi estremi. Nel tuo, appunto, non ci sono offese né volgarità.

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  2. Dì la verità che quella recensione negativa te la sei scritta da solo proprio perché ti mancava! 😀
    Però hai fatto un errore! Eh vedi, pure nelle recensioni fai gli errori… 😀 😀 😀
    “Provate l’anteprima di questo orrore e vedrete voi stessi.”
    Ora, se basta leggere l’anteprima (gratuita!) per riconoscere l’orrore di questo romanzo, perché questo “Cliente Kindle” l’avrebbe addirittura comprato e letto ben oltre l’anteprima per accorgersene?
    Oppure questo “Cliente Kindle” non ha nemmeno acquistato il romanzo e dunque sta dando una recensione negativa solo sull’anteprima? E perché mai uno dovrebbe perdere del tempo prezioso della sua seppur umile vita per star lì a dare una recensione negativa alle sole anteprime dei romanzi?
    Nah, la dovevi scrivere meglio quella recensione Freccero! 😉

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  3. Ne ricevo tante che ringrazio di cuore. Non sono masochista ma da quelle negative si può apprendere tanto.
    Certo, anch’io non metto cinque stelle, in realtà non metterei nulla ma non si può se vuoi scrivere la recensione.
    Comunque quello che ho notato è chi mette una o due stelline con una stroncatura sono sempre anonimi e la maggioranza tende a scalare le classifiche interne di Amazon come recensore.
    Vuoi dire che è scritto male? Che non ti è piaciuto? Nessun problema per me, anzi è un favore da mettere da parte ma almeno dì chi sei.
    A proposito di stelline, ne ho ricevuta una fantasma, ovvero senza la recensione. E va bene. Nessuno l’ha costretto a leggerlo.

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  4. Sono andata a controllare perché non mi ricordavo, io ti ho dato 5 stelle! Caspita 😕 ma io parto da un altro presupposto, se conosco l’autore e il romanzo mi è piaciuto non voglio limitarmi con le stelle, insomma a Carofiglio posso anche dare 4 stelle (ma lui non ha bisogno di essere sostenuto!) invece un autore autopubblicato sì, ovviamente lo faccio perchè il romanzo mi è piaciuto, in tal caso è un 5 stelle o al limite 4.
    Comunque tornando alla tua recensione negativa, credo sia arrivata perchè hai suscitato l’invidia di qualcuno, quindi sotto questo aspetto è positivo…

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  5. Ma certo, la recensione negativa porta bene! Se è scritta in modo così stupido, poi, porta bene doppio. Però senti, anche la mia è carina (si parla di Goran): “L’anima del morto che si impossessa del protagonista è una trovata trita e ritrita, banale e in questo libro, che è un ROMANZO ROSA altro che thriller, esposta in un modo ridicolo che fa davvero ridere. Poi non parliamo della scrittura, neanche una bambina scrive così.” Quando l’ho letta, sul momento sono rimasta un po’ basita, ma poi ho brindato! Non c’è successo senza hater, si dice. Bene, è fatta. Quanto alle cinque stelle, non le uso spesso, perché la perfezione non esiste, ma quando il libro mi è piaciuto molto e l’autore mi convince (e magari lo conosco, certo), allora ci stanno bene. Solo quando entrambe le condizioni sono soddisfatte, però. Non mi piace edulcorare le recensioni; mi sembra una mancanza di rispetto nei confronti dell’autore.

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  6. Perbacco, Marco Freccero ha ricevuto una recensione negativa, qua non c’è più religione 😛
    Beh, sono d’accordo con (quasi) tutto quello che hai detto. Le recensioni critiche, soprattutto quando sono così cattive, si possono considerare una medaglia al valore. E poi io stessa sono diffidente davanti a recensioni positive al 100%, la cosa mi puzza sempre.
    Penso però che sia meglio non rispondere mai, per nessun motivo. Intanto “grazie” di che? Suona più una presa in giro che un vero ringraziamento. E poi rispondendo non fai che dare più enfasi alla cosa e soprattutto fai sì che venga dato più peso agli occhi di Amazon al voto negativo, infatti la media così si è abbassata. Ignorare sempre.

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  7. Hai molta ragione. Sia sul blog (che è fatica, accidenti, ma crea si un parterre di lettori) che sulle 5 stelle (ogni riferimento è puramente casuale). Prendere una recensione negativa con questo atteggiamento è segno di saggezza ed equilibrio. Due virtù niente male per uno scrittore

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  8. Anch’io avevo ricevuto una recensione negativa su Il Pittore degli Angeli! Al momento ci ero rimasta malissimo, ma poi mi ero detta che rendeva credibili anche tutte le altre. Comunque ero andata a guardare le altre recensioni di questa lettrice, che peraltro si era firmata con nome e cognome, e ho visto che stroncava praticamente tutti. Mio marito comunque ci era rimasto anche peggio di me.
    Mi danno parecchio fastidio i commenti anonimi, anche sul blog: se hai fegato, ti devi firmare.
    Hai ragione sulla gestione di uno spazio proprio, il blog è davvero nostro mentre spesso sui social c’è soltanto molto chiacchiericcio e mettersi in mostra.
    P.S. La newsletter presto sarà ai primi posti negli argomenti dei summit internazionali. 😀

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    • Ormai la newsletter è diventata il nuovo mantra 🙂 Però c’è da dire che se anche rappresenta un impegno (anche se la invii una volta al mese), hai però un canale privilegiato con i tuoi lettori. Che a quel punto sono davvero tuoi. Scommettono su di te e infatti ti danno il loro indirizzo email.

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