di Marco Freccero. Pubblicato il 12 settembre 2022.
L’universo dei Facebook Ads è esteso. Credo che una guida sia impossibile da scrivere, e infatti questa non è una guida. Semmai è il resoconto di un’esperienza. Essendo la mia, è molto particolare, e quindi è da prendere con le molle, come si dice.
Adesso però cercherò di illustrare che cosa ho imparato creando i miei Facebook Ads.
Perché è un universo, quello dei Facebook Ads? Perché chiunque li abbia usati potrà parlare di un’esperienza che non sarà uguale a quella degli altri. Ci saranno di certo delle linee guida, ma nel complesso non esiste una chiara strategia per avere successo. Forse la sola cosa che posso consigliare è: provare e riprovare. Fare tesoro di quello che accade.
Che cosa sono i Facebook Ads?
I Facebook Ads sono dei banner pubblicitari che un autore indipendente (ma anche un’azienda, un professionista), può preparare e poi pubblicare sul sito più popolare del mondo (o almeno: uno dei più popolari). I vantaggi di questa scelta? Fermiamoci al primo livello, a quelli più immediati: Facebook resta la rete che ogni mese raccoglie milioni di utenti. Certo, tutti ne parlano male, tutti dicono che ha perso il treno e ormai i giovani sono altrove; però lui è sempre lì, e di certo la sua stella è ben lontana dall’offuscarsi.
Lo scopo dei Facebook Ads è quello di reclamizzare o promuovere le proprie opere letterarie (se, come me, sei un autore indipendente). Ecco di che cosa si tratta. È un’opportunità interessante, ma non semplicissima, come dimostrerò tra poco.
I punti di forza dei Facebook Ads
Oltre a essere estremamente popolare, con questa soluzione Facebook permette a chiunque di scegliersi il pubblico, e anche di stabilire sin dall’inizio quanto spendere per la propria campagna pubblicitaria. Io per esempio sono partito da 1 euro al giorno. Quindi Facebook, se superi questa soglia, smetterà di mostrare il tuo annuncio. Questo è di certo un eccellente pregio di questi annunci: hai il controllo su quanto spendi (anche se Facebook avverte che il costo giornaliero potrebbe essere leggermente superiore a quanto preventivato).
Altro grande punto di forza? Che puoi creare il tuo pubblico di destinazione: che cosa significa? Sei tu che stabilisci se il tuo banner apparirà a tutti; solo agli uomini; solo alle donne. E ancora tu devi scegliere l’età del tuo pubblico di riferimento, vale a dire le persone che lo vedranno.
Poi (ma questo articolo, come puoi capire, non è affatto una guida su come creare il tuo banner pubblicitario su Facebook), devi essere in grado di creare un’immagine che accompagni il tuo banner; un testo, e infine inserire il link di destinazione (nel mio caso: la pagina di Amazon che accoglie il mio romanzo: “Stella Nera – Le luci dell’Occidente”).
Posso dire di aver tentato di usare i banner pubblicitari anche per la mia Trilogia delle Erbacce. Forse in futuro ci riproverò, ma i risultati sono stati deludenti. Consiglio quindi di usare gli annunci pubblicitari su Facebook solo se hai un romanzo. I racconti a quanto pare non interessano a nessuno; o a pochissimi ma comunque il gioco non vale la candela.
Di che cosa hai bisogno per i Facebook Ads?
Nulla di particolarmente difficile:
- una carta di credito (o una prepagata delle Poste);
- il link “pulito” al tuo libro su Amazon
- un’immagine 1200 x 628 pixel (almeno un’immagine; meglio crearne più di una). Per le immagini puoi rivolgerti al sito statunitense Canva.com che offre una vasta gamma di banner pronti all’uso (o meglio: devi modificarne il testo e le immagini, ma sono già preparati e della dimensione corretta per Facebook). Nel campo di ricerca del sito sarà sufficiente digitare “facebook ads” (senza virgolette) per vedere tutta l’offerta. Molte di queste immagini sono gratis, ma ce ne sono anche a pagamento
Prima ho scritto: link “pulito” alla pagina del tuo libro su Amazon: che cosa significa? Questo è un link pulito:
https://www.amazon.it/Stella-Nera-dellOccidente-Marco-Freccero-ebook/dp/B08P7PH3NM/
Questo no:
Occorre quindi rimuovere tutto quello che c’è dopo la stringa alfanumerica B08P7PH3NM. Si tratta dell’ASIN, il codice che identifica in maniera univoca il mio libro. Sì, si tratta ancora una volta di “Stella Nera – Le luci dell’Occidente”.
E poi?
Per capire come creare dei buoni annunci promozionali su Facebook consiglio di leggere questo ebook di Silvia Pillin. Si intitola “Annunci Facebook per scrittori: come usarli in modo efficace per vendere i propri libri”. Non è recentissimo (l’ultimo aggiornamento è del 2020), ma aiuta comunque a farsi un’idea di come muoversi, e che cosa bisogna fare per non bruciare troppi soldi. Come dice il titolo, è una lettura dedicata agli autori indipendenti.
Consiglio di evitare quelle letture che si discostano dal nostro orticello (vale a dire: annunci Facebook per scrittori), perché esiste il rischio di finire fuori strada e di adottare delle linee guida che non servono affatto a chi scrive (o potrebbero anche farti perdere tempo e denaro).
Un’altra risorsa utile? Un video dove Carla Monticelli spiega proprio come usare Facebook se sei un autore indipendente.
Prima di iniziare con i Facebook Ads
Prima di iniziare con i Facebook Ads è bene piantarsi in testa alcuni semplici concetti.
Il primo: devi accettare di spendere (o bruciare?) soldi. Non molti: come scritto in precedenza puoi fissare un tetto giornaliero (un euro), in modo da avere sempre sotto controllo che cosa spendi. Non te lo puoi permettere? Lascia perdere allora.
Il secondo concetto? Devi provare, testare, e poi provare e testare. Chiedi anche consiglio a chi ne sa di più (per esempio su Facebook esiste un gruppo Annunci Facebook per scrittori, gestito da Silvia Pillin). Diciamo che per il primo mese (ma la mia è una stima ottimistica per non scoraggiarti troppo) non vedrai alcun risultato. Vale a dire: nessuno, dopo aver cliccato il link del banner pubblicitario su Facebook e approdato su Amazon, effettuerà il passo successivo, il più agognato. L’acquisto dell’ebook. Lo scopo degli annunci su Facebook è esattamente quello, ma non credere che sia facile o immediato.
Occorre quindi:
- denaro
- pazienza
- denaro
- capire gli errori
- rimediare
- denaro
- testare
- riprovare
- denaro
È tutto chiaro? Spero di sì.
Adesso vediamo un po’ di spiegare che cosa ho imparato sulla mia pelle.
Non seguire le sirene di Facebook
Sin dall’inizio Facebook cercherà di proporti di spendere di più (10 euro al giorno); e di rivolgerti a un pubblico di milioni di persone.
Lascia perdere.
Parti sempre da una piccola fetta di pubblico. Avrai sempre la possibilità di aumentarla (ma con attenzione e moderazione). Se sei un autore indipendente non devi proporre i tuoi banner a tutti; ma solo a una certa fetta di pubblico che ama quel genere di libro lì. Lo scopo di una campagna pubblicitaria su Facebook non è mai quella di sedurre tutti; ma di individuare la propria fetta di pubblico. Io sono partito con un publico (stimato, è bene ricordarlo) tra le 400.000 e i 540.000 persone. Inutile specificare che dopo un po’ questo pubblico si esaurisce (lo si capisce dal costo per clic che si alza): e allora?
Allora puoi sospendere la campagna, e iniziarne un’altra con un’immagine e degli slogan differenti; con un pubblico differente. Se agli inizi per esempio ti sei concentrato solo sui possessori di Kindle, potrai in seguito scegliere di rivolgerti a chi possiede un generico lettore di ebook (forse un po’ rischioso perché il clic potresti ottenerlo. Ma se chi lo fa ha un iPad?).
O ancora: potresti selezionare un pubblico di soli uomini; o solo donne.
Rammenta questo: fai partire l’età del tuo pubblico dai 35 anni. Impostarlo sui 18, o 20 o 25 non è una buona idea. Per quale ragione? Purtroppo i giovani non hanno soldi. Spendono poco o molto poco per gli ebook…
Comunque, come detto in precedenza: devi sperimentare.
Copertina o no nei banner?
C’è una sorta di guerra tra quelli che dicono che le immagini dei banner non devono contenere né testo, né la copertina del proprio libro. E chi al contrario afferma che testo e copertina ci possono stare tranquillamente. Secondo quanti sostengono la seconda posizione, Facebook una volta puniva effettivamente il testo nella foto del banner, e anche l’immagine della copertina (perché? Lo ignoro); ma questo apparterebbe al passato.
Io ho testato entrambe le opzioni: banner con immagine che conteneva testo e copertina dell’ebook; banner con immagine evocativa ma neutra. Quali sono stati i risultati?
Prendi pure con le pinze le mie affermazioni e soprattutto testa e verifica per conto tuo. Io posso solo scrivere che gli annunci pubblicitari senza l’immagine della copertina e senza testo nella foto hanno sempre ottenuto i risultati migliori. Quando ho cercato di usare degli annunci contenenti la copertina del mio ebook e poche righe di testo per incitare il curioso utente di Facebook, l’esito è stato modesto. Vale a dire: costo per clic molto alto.
Però questo può dipendere dalla mia incapacità di creare buoni banner; come detto; prova e testa ogni soluzione. Fai tutti i tentativi che ti puoi permettere.
Che cosa devi tenere d’occhio?
È fondamentale che il costo per clic sia sempre basso. Quanto? Sotto i 0,10 centesimi di euro. Più ti discosti da questa cifra (vale a dire: più hai superato questo limite), più è necessario intervenire per abbassarlo. Il costo per clic è quanto tu paghi quando qualcuno del tuo pubblico clicca sul tuo annuncio, e va a vedere su Amazon il tuo ebook. Più è basso (l’ideale? 0,3 centesimi di euro), più funziona. “Funziona” vuol dire che è stato realizzato bene (una bella immagine; uno slogan azzeccato, un prezzo giusto), e chi lo vede è portato a cliccare su di esso. Tutti sono felici: tu, perché spendi poco e il tuo banner piace ed è visto da tante persone che sono interessate al tuo annuncio.
Facebook è felice perché più clic ottiene il tuo banner, più la campagna è azzeccata (quindi: il tuo annuncio gira) e più tu sarai propenso a continuare.
Ma un costo per clic alto (0,17 centesimi di euro; 0,14; 0,21; 0,18, o peggio: 1,02 euro al clic): è un male. Significa che qualcosa non funziona. Sono poche le persone che cliccano, e quindi Facebook per cercare di ottenere almeno un clic: alza il costo per clic. Direi che se superi i 0,10 centesimi di euro devi cercare di intervenire, in qualche modo. Non sei in zona rossa, ma in zona gialla, e devi agire. Non posso indicarti come e su che cosa: ma non puoi restare con le mani in mano.
La regola è semplice: più è contenuto il costo per clic; più la tua campagna gira. Più gente la vede, l’apprezza e clicca.
Che poi acquisti effettivamente il tuo ebook è un altro paio di maniche. Ci vorrebbe un altro articolo per spiegare (o tentare di spiegare) perché la gente clicca, plana sulla pagina di Amazon del tuo libro… E poi se ne va.
Magari lo farò, ma chi legge non trattenga il fiato.
Attenzione alla frequenza
Mi pare che pochi ne parlino: la frequenza. Io pure non ne sapevo nulla, ma chiedendo alla fine sono riuscito a capirne l’importanza.
Di che cosa si tratta? Spiegato in modo veloce: quante volte la stessa persona vede il tuo annuncio pubblicitario. Se il tuo annuncio viene visto dalle stesse persone, questo può produrre irritazione. Le persone possono quindi segnalarlo a Facebook; Facebook alza il costo per clic… Eccetera eccetera. Quindi?
Quindi occorre tenere d’occhio anche questo parametro. La frequenza non deve mai superare il valore di 5/6. Se succede devi intervenire: vuol dire che il tuo annuncio è stato visto 5 o 6 volte dalla stessa persona. Male.
Come agire? O cambiando pubblico; oppure cambiando inserzione (testo e immagine).
Quando stare distanti da Facebook?
Nel mese di dicembre o meglio: dal giorno del Black Friday sino all’Epifania è molto opportuno spegnere i propri banner su Facebook. Una follia? Tutti sono presi dalla smania di comprare, di reclamizzare perché è il periodo dell’anno in cui le persone comprano un po’ di tutto; sparire da Facebook con i propri annunci non è una pazzia totale?
Niente affatto.
In quei giorni e in quelle settimane tutti si buttano su Facebook con i loro banner. Il costo per clic esplode, e questo l’ho testato io stesso sulla mia pelle. Sono passato da 0,4 centesimi di euro a oltre 0,15 centesimi in poche ore; e la risalita sarebbe continuata in modo inesorabile. Quindi: ho spento tutto.
Che cosa aggiungere ancora? Ben poco. Quello che so (non molto), ho cercato di illustrarlo in questo articolo. Chissà che a qualcuno non serva.
Ho salvato tra i preferiti questo tuo articolo, molto utile. Ho capito che stavo utilizzando gli ads nella maniera sbagliata, ci riproverò (e tu conosci la mia diffidenza…). Ti aggiungo solo un’osservazione dal lato utente: proprio in questi giorni sto cercando di limitare le inserzioni pubblicitarie che stanno spammando la mia bacheca, inutilmente. Rischiamo di fare la stessa fine (chiuse senza nemmeno leggerle e tentativi di cancellarle?
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Con una battuta (ma è davvero una battuta?) potrei rispondere: il banner banale infastidisce e diventa invisibile. E di certo lo è, però forse occorre un guizzo di fantasia, trovare qualche cosa che attiri, che sorprenda. Però mi rendo conto che non è affatto facile!
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Molto utile, grazie. Senza l’immagine della copertina e senza testo nella foto hai ottenuto risultati migliori? Che aspetto aveva l’annuncio? Mi piacerebbe avere un esempio reale, visto che non mi sono ancora imbattuta nei tuoi ads su FB. Sarà perché non ho superato i 35… ehm… XD
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Dunque, leggermente migliori se non usavo la copertina e il testo, nel senso che il costo per clic scendeva a livelli accettabili. Se non li hai mai visto, forse è colpa mia. Magari ti spedisco qualche banner?
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Grazie, mi farebbe davvero piacere. 🙂
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Interessante la tua esperienza, ti confesso che io imposto le Ads di Facebook ma poi non controllo mai il costo dei clic, in effetti dovrei farlo. Salvo il tuo articolo!
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Non controlli il costo per clic? Rimedia! 😬
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Interessante la tua esperienza, ti confesso che io imposto le Ads di Facebook ma poi non controllo mai il costo dei clic, in effetti dovrei farlo. Salvo il tuo articolo!
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Io sono della scuola di pensiero che un’inserzione deve far capire subito a chi la vede cosa sta pubblicizzando, quindi niente immagini senza copertina e niente testi criptici, anzi trama e genere ben chiari a colpo d’occhio. Faccio l’avvocato del diavolo: un annuncio può avere anche molti click ma che non si traducono in acquisti, perché l’utente ha cliccato per curiosità senza aver capito di cosa si trattava. Alla fine spendi di meno ma non ottieni vendite. Comunque in questo campo ogni esperienza è diversa e ciò che conta è alla fine si sia soddisfatti.
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Infatti è quello che è successo a me: quando il costo per clic era basso, zero vendite. Perché l’immagine era interessante, invitante; e cliccavano per capire che cosa volesse dire. Quindi, non compravano. Insomma, un disastro. Ma è tutta esperienza! 😃
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interessante il post ma non essendo presente su Facebook l’ho letto per curiosità per capire come funzionano le cose.
Un unico dubbio. Scrivi un clic passa da 0,4 centesimi a 0,15 centesimi e parli di esplosione. Mi pare che 0,4 sia più grande i 0,15 quindi c’è qualcosa che non torna.
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