di Marco Freccero. Pubblicato il 17 ottobre 2022.
Iniziamo!
Che cosa? Con gli articoli dedicati al mio terzo romanzo che uscirà, come sempre autopubblicato, nel dicembre 2022. No, non ho intenzione di scrivere chissà che cosa. Non ci sarà alcuna rivelazione sul finale. Il titolo è stato diabolicamente studiato per alzare le attese, creare tensione, indurre il lettore a cliccare. Per poi, altrettanto diabolicamente, lasciarlo a bocca asciutta.
Ma nel corso di questo articolo farò vedere qualcosa del terzo capitolo conclusivo della serie “Stella Nera”.
Innanzitutto, anche la terza parte di “Stella Nera” avrà la sua epigrafe, giusto?
E allora eccola:
“Se questa vita è così deludente
e così incompiuta,
certamente essa non è tutto.”
John H. Newman
Alcune curiosità sulla terza parte di “Stella Nera”
Che altro posso aggiungere? Si tratta di una storia di oltre 350.000 caratteri, quindi siamo alle prese con il libro più “sostanzioso” della trilogia. Forse ho già indicato in precedenza, ma non ne sono sicuro, che ci sposteremo nell’entroterra. Chi ha letto il secondo libro, ricordando il finale, non dovrebbe esserne troppo sorpreso. Si farà così la conoscenza con un gruppo di “Veri liguri”.
Non solo.
Il lettore farà una capatina anche a Nizza (“Corpo di mille bombarde!”), mentre arriverà una… Cartolina da Atene. Sì, la terza parte di Stella Nera pare proprio aprirsi al mondo!
Tra un paio di mesi comunque il libro sarà in vendita sia in ebook (il prezzo resterà identico: 3,99 euro) sulle principali piattaforme. Preferisci il cartaceo? Solo su Amazon. Il prezzo dovrebbe essere uguale a quello dei due libri precedenti (7,99 euro) ed è mia intenzione non cambiare. Ma occorre vedere l’impatto che c’è stato, se c’è stato, a proposito dell’aumento del prezzo della carta.
Il vento soffia…
Chiudere un trilogia che mi accompagna da tre anni (da più di tre anni in realtà) è complicato perché occorre comunque tirare le fila e dare un senso ai libri precedenti. Alcuni nodi devono perciò essere sciolti, ma non tutto deve essere risolto. Sia chiaro: Stella Nera finisce esattamente con questo terzo libro, non ce ne sarà un quarto. Affermo solo che, come sanno tutti, un romanzo finisce, ma non si conclude. Qualcosa, simile al vento, soffia e continua a girare.
Dubbi e perplessità
Mentre rivedevo questa terza parte, tra agosto e settembre (magari voi eravate spaparanzati chissà dove, mentre io lavoravo per voi!), ho riflettuto su tutto quello che avevo scritto nei primi due libri, e naturalmente dubbi e perplessità si sono presentati puntuali all’uscio.
Potevo scrivere meglio questa storia? Forse.
Dovevo renderla meno complessa? Probabile.
Troppo lunga? Chissà. Ma sono riflessioni che compaiono sempre quando si arriva al traguardo.
Ne è valsa la pena? Ne vale sempre la pena, è la risposta. E alle orecchie di più di uno apparirà come qualcosa di ovvio. Se per oltre tre anni scrivo una storia in tre parti, che altro potrei dichiarare di fronte a voi, miei testimoni e lettori? E se scrivere la parola “Fine” al termine dell’ultimo capitolo è stato un successo, devo altresì riconoscere di essere riuscito in un’impresa che non immaginavo alla mia portata. Certo, occorre un po’ di pianificazione, organizzare il tutto, ma quando ci sei dentro ti rendi conto che questi sono elementi che possono essere di grande aiuto solo se hai le idee abbastanza chiare. Altrimenti temo che anche un’impeccabile organizzazione s’inceppi. Nel mio caso non è mai accaduto, né ho mai corso il rischio che succedesse.
Una storia di una storia più grande
Il finale di una storia non deve solo sciogliere alcuni nodi, come ho già scritto qualche riga fa. Persino “1984” ha un finale che in realtà non chiude per davvero. Finisce in quel modo il protagonista, ma il fatto che esista un apparato di repressione così esteso dimostra solo che di Winston Smith ne sbucano fuori parecchi ogni giorno.
Lo stesso accade con “Moby Dick”. Ismaele è l’unico sopravvissuto, ma a parte il fatto che non ci svela affatto il suo nome (“Chiamatemi Ismaele”, esordisce. Ma come si chiami per davvero non lo sapremo mai). È evidente che anche questa storia è solo un pezzo di una storia più grande che procede comunque, si irrobustisce, si amplifica e assume toni, colori e sfumature sempre più estesi.
Insomma: si chiude una storia non perché finisca per davvero. Ma perché ha esaurito il suo compito e probabilmente occorre passare a qualcosa di diverso. Quindi anche la domanda di questo articolo su come si concluderà “Stella Nera” perde almeno in parte il suo senso. Certo, il lettore è un tipo esigente e desidera eccome avere qualcosa di convincente, non solo di efficace. Vuole avere a che fare con qualcosa che non solo abbia scritto la parola “Fine”. Ma che nel complesso gli dia la sensazione (o la certezza?) che ha ricevuto dalla storia molto di più di quanto ha dato (il suo tempo, il suo denaro).
Mi sono anche domandato più volte: li deluderò? Chiudere in questo modo “Stella Nera” non sarà un errore enorme? Ai miei occhi è giusto che finisca esattamente così. Magari tra tre anni mi metterò le mani nei capelli, ma solo perché sarò invecchiato e forse avrò imparato qualche cosa in più. Al momento questo è il finale di questa storia, e non ne vedo un altro. È anche una fine che in parte archivia un periodo storico che persino ai miei occhi appare davvero lontano (e non scrivo questo perché sono passati ben oltre trent’anni).
Appare distante perché senza rendercene conto si stava muovendo in questa direzione. Ricordo che nel 1984 (io non ne sapevo nulla) Steve Jobs presentò il Macintosh. Nel 1989 sir Tim Berners-Lee presenta la sua idea: un ipertesto che poi prenderà il nome di Web. Vale a dire la Rete grazie alla quale possiamo io scrivere e pubblicare questo articolo; e voi leggerlo. Nessuno di noi si rendeva conto che il Mondo stava cambiando, così come nessuno si sta rendendo conto che sta cambiando anche adesso. In realtà cambia sempre. Poi vediamo qualcosa che attira l’attenzione: un computer colorato (l’iMac). Oppure sentiamo parlare di “sito Web”. Solo in quel momento percepiamo una corrente d’aria (calda o fredda dipende dalla nostra predisposizione al nuovo) che ci avvisa: ecco, c’è qualcosa di nuovo che sta per arrivare.
Ecco allora lo scopo della parola “Fine” in un romanzo come “Stella Nera”. Rendere estremamente tangibile il cambiamento che per noi era assolutamente intangibile (be’, la caduta del muro di Berlino nel 1989 fu qualcosa di molto tangibile. Ma il grosso della novità stava altrove). Anzi, immagino che un po’ tutti i finali abbiano come autentico scopo quello di rendere concreto quanto è disperso in un milione di altre storie.
E il titolo? Un po’ di pazienza! Ho già svelato abbastanza!
Non vedo l’ora di leggerlo, mio caro Marco!
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Io sono già agitato adesso!
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Ci lasci sospesi sul filo del…titolo…
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È tutta una diabolica strategia 😉
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ci prepari alla lettura della terza parte lasciandoci la curiosità di tutto.
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Ci provo!
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bravo
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Grazie 😀
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